La guerra può apparire a chi non la T combatte, un gioco, una prova di forza condotta dietro la punta di un’arma. Quando poi la si combatte su un campo vero, se ne conosce la reale ferocia. Dopo molti studi sul mondo greco, e intriso di conoscenze di letteratura italiana classica, Delio De Martino si abbandona all’invenzione di una storia che racconta dalla parte di un giovane coscritto, l’lliade e la guerra di Troia nel romanzo
Il cavalluccio di Troia, edito da La Bussola di Roma.
Il protagonista è il quindicenne Alessandro, costretto a partire in ritardo per il fronte, e diremmo a malincuore, dal momento che se avesse seguito gli insegnamenti di un qualsiasi filosofo avrebbe potuto scansare la leva. Ma il destino è così, se nasci a Sparta sei destinato a diventare guerriero. Se nasci ad Atene sarai invece un filosofo.
Eccolo dunque di fronte all’esercito di spartani pronti a salpare. A guidarli sarà Agamennone, fratello di Menelao e costretto ad attendere venti propizi in grado di far salpare la flotta ancorata nel porto. Delio De Martino, come ribadisce Carmen Morenilla Talens, docente di letteratura grecа all’università di Valenza, è dotato di grande conoscenza della mitologia e della storia greca. <«Per chi ha conoscenza di quel mondo, si crea un gradevole gioco di citazioni, che arricchisce il...
