La collana si pone a metà strada tra narrativa e saggistica, volendo da un lato raccontare vicende criminali o indagini giudiziarie legate alla vita di artisti (più o meno famosi) o alle loro opere, dall’altro raccontarle, per quanto possibile, con gli strumenti propri del diritto e della critica d’arte. Artisti realmente esistiti, opere realmente esistenti: non ci può essere finzione in un testo che, legando queste due discipline, vuole dare – con la piacevolezza di una scrittura non troppo analitica ed appesantita – un effettivo contributo conoscitivo: far conoscere meglio al grande pubblico un artista, qualche vicenda della sua vita, qualche sua opera; e tramite questi particolari, una corrente artistica o un’epoca storica. Trattandoli però in una prospettiva inedita.
L’interazione tra la disciplina giudiziaria e quella critico–filologica è infatti più stretta di quanto si pensi. Gli esempi di “giustizie” e “ingiustizie” nel mondo dell’arte non si ...