Introdotta dalla pregnante prefazione di Sarah Zappulla Muscarà e pubblicata da La Bussola con un corredo di ritratti in graffite di Patrizia Stefania Baiunco, la silloge poetica di Carmela Calcagno dà corso alle urgenze di un fiume sotterraneo che solca e lambisce l’anima, imponendo la catarsi dello sfogo.
Il dettato lirico si fa diga per arginare le intemperaze della ragione, i travasi e gli sciabordii del cuore, esprimendo il profondo travaglio interiore, teso alla ricostruzione emotiva di una micro-storia non dimentica dei motivi d’interesse più generale ascrivibili alla macro-storia. Fortemente autobiografico, il volume traccia la parabola esistenziale della stessa autrice, ne segue l’andamento, consegnando l’evoluzione di una figura femminile, le cui gesta e allegorie sono in bilico tra trasparenza e cripticità.
Il logos del dettato lirico restituisce al lettore la fotografia dell’hic et nunc, consentendogli di indugiare su di una immanente quotidianità, i versi sono espressi mediante una ‘lingua delle cose’, che diviene scavo archeo- logico del campionario umano dei sentimenti.