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la Bussola edizioni
copertina 9791254745922 In cima a sé stessi
17 febbraio 2025  |  L’Appennino - Rivista del Club Alpino italiano, Sezione di Roma  |  Paolo Ascenzi

La Recensione | ANTONIO PANEI, In cima a sé stessi. Brevi storie di grande alpinismo, pp. 155, 16 euro, La Bussola, Roma, 2024, recensione di Paolo Ascenzi

Se l’animo degli uomini è imperscrutabile quello degli alpinisti lo è ancora di più... La definizione che dette degli alpinisti Lionel Terray “Les conquérants de l’inutile” è inequivocabile. D’altra parte, le tre parole più famose dell’alpinismo pronunciate da George Mallory “Because it’s there” nel 1924 per giustificare l’ennesimo tentativo di salire l’Everest, su cui scomparve con il compagno Sandy Irvine, sono degne di Giuseppe Ungaretti fra i massimi rappresentanti dell’Ermetismo. E che dire del tentativo solitario di Maurice Wilson di raggiungere in aereo la maggiore quota possibile sull’Everest per poi raggiungerne la cima?
Vittorie, sconfitte, dubbi, certezze, sogni, illusioni, incubi e amori talvolta impossibili sono palpabili negli scritti di alpinisti notissimi e sconosciuti, che ci narra Antonio Panei nel libro In cima a sé stessi. Brevi storie di grande alpinismo. Walter Bonatti, “abbandonato” per cinquant’anni sul K2, salì in solitaria il pilastro sud-ovest del Dru e terminò la vita d’alpinista abbracciando la croce in vetta al Cervino dopo averne salito da solo e d’inverno la parete nord. Giusto Gervasutti, uscito sconfitto dalla corsa alle Jorasses e autore della futuristica via sulla parete est, morì recuperando una corda doppia rimasta incastrata sul pilastro del Mont Blanc du Tacul che porterà il suo nome. La vita di Reinhold Messner, a fronte dell’immensa fama, fu amareggiata dalla scomparsa del fratello Gunther sul Nanga Parbat così come quella di Cesare Maestri fu afflitta dalle polemiche circa la prima ascensione del Cerro Torre...
Il libro racconta eventi drammatici dalla salita della nord dell’Eiger alla salita invernale dello Sperone della Brenva. La fortuna che arrise a Andreas Heckmair, Ludwig Vörg, Fritz Kasparek e Heinrich Harrer sulla iconica parete dell’Oberland si ritorse contro Ludwig Vörg che cadde il 22 giugno 1941 nel secondo giorno dell’Operazione Barbarossa scatenata dalla Germania contro la Russia. Drammatica fu la fine di François Henry e Jean Vincendon poco sotto la vetta del Monte Bianco fra i rottami dell’elicottero con cui si cercò di salvarli.
Wanda Rutkiewicz scomparve sul Kanchenjunga nel tentativo di salire la terza vetta del mondo nel corso del progetto dal titolo immaginifico “La Carovana dei Sogni”. Come lei scomparve nel nulla Naomi Uemura, l’esploratore giapponese diventato famoso per aver compiuto in solitaria tutto ciò che prima era stato fatto solamente da agguerrite spedizioni. Raggiunta in solitaria e d’inverno la vetta del Denali non dette più notizie di sé.
Il libro, illustrato da Veronica Cristofoletti, ci ricorda dunque che “una volta saliti in vetta si arriva anche in cima a sé stessi”.
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